Giulia Pellegrino è nata e cresciuta a Milano. Anno 99, ha iniziato a scrivere poesie a 5 anni da subito il suo sogno era di fare la scrittrice, ma poi a 12 anni conosce Fibra, i Machete, Mondo Marcio a scuola e inizia a mettere in rima su basi old School i primi pensieri, le prime sconfitte, i primi amori.
Inizia a studiare canto e cerca subito di trovare il suo stile, tenendosi in costante esercizio. Nel 2018 il primo live, aveva appena conosciuto dei produttori di Bresso con i quali avvia i primi progetti. Si distacca dalla musica in quanto si deve trasferire a Roma.
Tornata a Milano apre Facebook e vede un ricordo: Una foto con quel ragazzo conosciuto all’Arco, si erano fatti una foto dopo aver rappato.
Decide di scriverli ed invitarlo in studio e insieme scrivono un pezzo, Me e Te. Lo presentano la prima volta ad un live, organizzato da Voci di Periferia, in Cascina Merlata, a luglio del 2021.
È l’inizio della sua relazione col palco, la sua più grande paura, la sua più grande forza, ormai.
Inizia ad esibirsi sul palco di Mare Culturale Urbano, a San Siro, e in altre zone come Viale Padova e Barona, al Barrio’s, partecipando sia a serate organizzate che a contest.
Avvia il suo ultimo progetto con L’etichetta Keyrecords con il Brano Fuoco e cenere in uscita il 23 settembre.
Di seguito la descrizione spiegata dall’artista:
In un momento di confusione e sorta di sogno in cui tutto è capovolto, la stanza in cui scrivo si tinge di rosso e mi sembra di essere davanti al Fuoco (che, nel momento in cui ho scritto il brano, era la personificazione di mio nonno) che balla un tango con la cenere, spinti e avvolti dal vento. Cenere è spaventata ma Fuoco sa che il vento gli serve per sopravvivere e allora la fa ballare ancora di più, in una sorta di follia.
Alla fine, però si rende conto, che lei fosse già morta (come se fosse il suo alter ego o come se fosse una sua proiezione, un suo stato d’animo)
Il ritornello parla della solitudine che si prova, in seguito a qualsiasi evento negativo che comporti il perdere qualcuno, il desiderio che si ha di riavere qualcuno.
La seconda strofa parla di una bambina (è riferita alla mia migliore amica nello specifico), del suo ricordo, della malinconia. Entra in scena il pianoforte che accoglie le mie lacrime e una citazione: se fossi ancora fuoco arderei il tuo mondo (è di un poeta italiano medievale)
L’ultima strofa riprende la prima, in modo più calmo, più sereno, perché alla fine il vento, diminuendo il suo soffio, fa perdere vita anche al fuoco, che lentamente e dolcemente si spegne.
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