Alessandro Biagiotti, cantautore emergente classe ‘93, inizia dai primi anni formativi con il coro scolastico fino al conservatorio fiorentino “Luigi Cherubini”, studiando musica elettronica e sperimentale che lo porterà fino negli USA come compositore di un’opera messa in scena a Manhattan, Rhapsody Rain.
Nel 2019 si trasferisce a Torino dove calca il palco di casa Sanremo alle Gru.
Nella sua musica ama raccontare la quotidianità attraverso metafore immersive, la lotta di ciascuno di noi per trovare il proprio equilibrio e il proprio posto nella vita.
Presentazione di Felicità
Spegnere il cellulare può essere il primo passo per la ricerca della felicità?
Ecco la risposta di Biagiotti a questa domanda:
“Nella scrittura di questo brano ho ricercato il senso più materiale/fisico della Felicità, intesa come senso di benessere e piacere umano o sollievo dal male. È un viaggio che parte dall’infanzia fino all’età adulta, dove realizzo l’idea di felicità mettendo a fuoco vari momenti difficili della mia vita, che sono in contrapposizione con il titolo. La felicità esiste solo grazie alla durezza della vita e si manifesta un secondo prima dei gesti semplici: spegnere il cellulare, sognare, un gesto di gentilezza, un’attenzione di uno sconosciuto”.
E per voi, cosa rappresenta la “Felicità”?
Ufficio Stampa
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Fabio Bonansone
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